IL RAPPORTO CON L'AMBIENTE IN UNA PROSPETTIVA PSICOLOGICA. APPUNTI AUTOBIOGRAFICI [movimento 3 di 3]30/8/2023 Alcuni anni fa, sollecitato dall’Arch. Flore a contribuire ‘con uno sguardo da psicologo’ al volume ‘Il tempo della pietra’ (Adda editore; volume centrato sulla descrizione di un intervento particolarmente significativo di riprogettazione dell’ambiente realizzato in Valle d’Itria, per incarico dell’oncologo ed ex ministro prof. Veronesi) sollecitato e attratto da questa prospettiva ho alla fine deciso di accettare la sua proposta, reinterpretandola però (come sempre più spesso mi capita di fare) in chiave meta-cognitiva. L’impegno ha quindi costituito per me l’occasione per svolgere una riflessione sul mio rapporto con l’ambiente, e in particolare con quello specifico tipo di ambiente costituito da quel ‘perimetro di bellezza’ di cui in quegli anni mi era capitato di fare personalmente esperienza vivendo tra Ostuni, Valle d’Itria e Salento. Questa riflessione, come si potrà verificare proseguendo nella lettura, è pubblicata nel blog in tre passaggi, che ho chiamato ‘movimenti’, per indicare il rapporto dinamico tra di essi:
0 评论
IL RAPPORTO CON L'AMBIENTE IN UNA PROSPETTIVA PSICOLOGICA. APPUNTI AUTOBIOGRAFICI [movimento 2 di 3]22/8/2023 Alcuni anni fa, sollecitato dall’Arch. Flore a contribuire ‘con uno sguardo da psicologo’ al volume ‘Il tempo della pietra’ (Adda editore; volume centrato sulla descrizione di un intervento particolarmente significativo di riprogettazione dell’ambiente realizzato in Valle d’Itria, per incarico dell’oncologo ed ex ministro prof. Veronesi) sollecitato e attratto da questa prospettiva ho alla fine deciso di accettare la sua proposta, reinterpretandola però (come sempre più spesso mi capita di fare) in chiave meta-cognitiva. L’impegno ha quindi costituito per me l’occasione per svolgere una riflessione sul mio rapporto con l’ambiente, e in particolare con quello specifico tipo di ambiente costituito da quel ‘perimetro di bellezza’ di cui in quegli anni mi era capitato di fare personalmente esperienza vivendo tra Ostuni, Valle d’Itria e Salento. Questa riflessione, come si potrà verificare proseguendo nella lettura, è pubblicata nel blog in tre passaggi, che ho chiamato ‘movimenti’, per indicare il rapporto dinamico tra di essi:
IL RAPPORTO CON L'AMBIENTE IN UNA PROSPETTIVA PSICOLOGICA. APPUNTI AUTOBIOGRAFICI [movimento 1 di 3]8/8/2023 Tratto da A. e R. Flore (a cura) 'Il tempo della pietra', Adda editore, 2012. Alcuni anni fa, sollecitato dall’Arch. Flore a contribuire ‘con uno sguardo da psicologo’ al volume ‘Il tempo della pietra’ (Adda editore; volume centrato sulla descrizione di un intervento particolarmente significativo di riprogettazione dell’ambiente realizzato in Valle d’Itria, per incarico dell’oncologo ed ex ministro prof. Veronesi) sollecitato e attratto da questa prospettiva ho alla fine deciso di accettare la sua proposta, reinterpretandola però (come sempre più spesso mi capita di fare) in chiave meta-cognitiva. L’impegno ha quindi costituito per me l’occasione per svolgere una riflessione sul mio rapporto con l’ambiente, e in particolare con quello specifico tipo di ambiente costituito da quel ‘perimetro di bellezza’ di cui in quegli anni mi era capitato di fare personalmente esperienza vivendo tra Ostuni, Valle d’Itria e Salento. Questa riflessione, come si potrà verificare proseguendo nella lettura, è pubblicata nel blog in tre passaggi, che ho chiamato ‘movimenti’, per indicare il rapporto dinamico tra di essi:
PERCHÉ LA COMPETENZA - PREFAZIONE DE "LA COMPETENZA. APPUNTI DI VIAGGIO, OLTRE L'ORIZZONTE"25/5/2023 Riprendo dopo una lunga pausa (peraltro piena di attività sul campo, pensieri e scrittura), gli appuntamenti periodici sul blog. E inauguro questa nuova fase con la prefazione al volume che nel frattempo ho pubblicato per i tipi della Franco Angeli, nella collana "Tempo sapere esperienza". Il volume si intitola "La competenza. Appunti di viaggio, oltre l'orizzonte" e costituisce il mio personale 'bilancio di competenze' su un tema sul quale svolgo, da oltre trent'anni, attività di ricerca, consulenza, formazione.
Il testo che segue costituisce l'introduzione al volume: nella quale cerco di pensare "a voce alta" (thinking aloud) alle ragioni di carattere personale per le quali il costrutto di competenza ha costituito nel tempo per me un oggetto di riflessione così interessante, attrattivo, costante. Dal prossimo mese prenderà avvio una serie di iniziative di confronto pubblico nell'ambito delle quali il tema della competenza e delle sue diverse accezioni, declinazioni e implicazioni verrà affrontato nella forma di un confronto a più voci programmato in modo ricorrente (prendendo spunto ogni volta da qualche suggestione contenuta nel testo) tra discussant appartenenti a contesti professionali e ad ambiti disciplinari diversi. Chi è interessato a seguire il percorso di questa riflessione potrà trovare sul blog informazioni sugli incontri e sulla possibilità di parteciparvi. Premessa
In questo breve contributo (di qui il termine ‘appunti’) affronterò il tema, particolarmente attuale, della occupabilità, cercando di argomentare:
Come mi è capitato di osservare, quando raccogliamo dati, mediante questionari, colloqui e interviste, per valutare la formazione, a ben guardare, i dati che emergono non sono ‘veri’: si pensi in particolare alla valutazione del gradimento/soddisfazione (emblematicamente definita sempre più spesso customer satisfaction, con una locuzione che a me pare ne limiti in modo particolarmente consistente la potenzialità euristica).
L'intervento che segue è stato pubblicato (con il titolo ‘Dare sostenibilità all’accompagnamento al lavoro’), nella newsletter della Associazione Nuovi Lavori, nell’ambito di un numero monografico dedicato al rapporto tra giovani e lavoro, che contiene molti contributi interessanti, tra i quali uno del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.
La newsletter completa è consultabile al seguente indirizzo: http://www.nuovi-lavori.it/index.php/home-newsletter La recente rilettura dei risultati, ancora assolutamente attuali, di una ricerca sulla partecipazione delle donne al lavoro e alla politica, che ho coordinato alcuni anni or sono [1], mi sollecita a riproporre all’attenzione ciò che in quel contesto avevo definito, in modo evocativo ed un poco provocatorio, l’illusione della conciliazione.
Coloro che analizzano i servizi per l'impiego nei diversi paesi dell'Europa e del più ampio contesto internazionale non possono che essere colpiti dalle differenze che si possono osservare tra i sistemi e i dispositivi di ciascuno di essi.
I SERVIZI PER L’IMPIEGO NEL TEMPO DELLE TRANSIZIONI
Ponendomi, come insieme ad A. Sartori abbiamo programmaticamente deciso quando abbiamo scelto il titolo del nostro volume sulle migliori pratiche internazionali relative ai servizi per l’impiego[1], nella prospettiva del ‘fare’, e cercando allo stesso tempo di mantenermi ancorato alla metafora del viaggio in mare, ho pensato che potesse essere particolarmente meaningful, in conclusione della nostra ricognizione a livello internazionale, fare mia l’esortazione (‘navigare necesse est’) che, secondo la ricostruzione di Plutarco, Pompeo Magno indirizzò ai suoi marinai, che manifestavano resistenza ad imbarcarsi per Roma, considerate le cattive condizioni del tempo. |
x
|