Glossario minimo - Psicologia del lavoro e comportamento organizzativo
Pier Giovanni Bresciani e Alessia Rossi
Questo glossario nasce nell’ambito del corso di perfezionamento per laureati in “Organizzazione, gestione e sviluppo delle risorse umane”, e si riferisce in particolare ai contenuti del modulo “Psicologia del lavoro e comportamento organizzativo”.
Nel campo “perimetrato” dal titolo del modulo (ma anche dell’intero corso) si avverte ormai da tempo la esigenza più precisa definizione della terminologia utilizzata, e di una comparazione degli usi che nel dibattito tecnico-specialistico e nelle pratiche aziendali viene fatto di termini simili cui viene assegnato un significato diverso e di termini diversi di cui viene assegnato un significato diverso e di termini diversi cui viene assegnato un significato simile. Il glossario nasce quindi con l’intento di fornire ai diversi tipi di soggetti indicati (e agli studenti in particolare, data la collocazione della dispensa) uno strumento di riflessione e di lavoro che possa facilitare l’ingresso nel territorio del modulo e del corso, nella “babele” dei discorsi, dei modelli e dei concetti presenti sul campo. In premessa, vale la pena di sottolineare che sia per motivi di impostazione del volume che di dimensione quantitativa si è operata la scelta di centrare l’attenzione su alcuni termini-chiave relativi ad approcci (es. le competenze trasversali), modelli (es. le competenze di successo), metodologie di intervento (es. il bilancio di competenze e l’assessment) o concetti (es. competenza, abilità, interesse, personalità, etc.), e di non comprendere invece nel glossario termini riferiti a strumenti operativi (es. la matrice job-skill, il critical incident, la behavioural event interview). Come si potrà osservare, il glossario si ispira per molti termini al criterio della “relativizzazione”: cerca di operare una sintetica ricognizione degli usi dei termini presentati, e di renderne ragione, indipendentemente dalla adesione degli autori a questa o a quella impostazione o accezione presentata; l’intento principale è stato infatti quello di “rendere comprensibili” e nei limiti del possibile “confrontabili” modelli e concetti diffusi nelle pratiche di intervento. |