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Appunti di Viaggio

IL BLOG DI PIER GIOVANNI BRESCIANI
Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.

​Pertanto, dobbiamo fare
dell’interruzione un nuovo cammino,
della caduta un passo di danza,
della paura una scala,
del sogno un ponte,
del bisogno un incontro.
Fernando Sabino

'LA' COMPETENZA O 'LE' COMPETENZE? RIFLESSIONI PROFETICHE SU UN NUOVO CAMBIAMENTO DI PARADIGMA

Competenza, expertise, competenza esperta (ne esisterebbe dunque una non esperta?): sono questi i termini con i quali in questi anni (direi a partire dalla fine degli anni ‘80 nel contesto italiano) si è fatto riferimento, soprattutto nella letteratura tecnico-specialistica, alla particolare capacità performativa di alcune persone nel proprio dominio professionale, capacità riconosciuta socialmente (i colleghi, i superiori, altri).
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DOPO LA PANDEMIA. LAVORO, CITTÁ, DEMOCRAZIA
​
Maura Franchi, Augusto Schianchi, 2021, Diabasis

Il nostro saggio cerca di mettere a fuoco tre ambiti su cui la pandemia ha già manifestato forti conseguenze e continuerà ad averne in futuro: il lavoro, le città, la democrazia.
​
Che cosa abbiamo imparato da questa storia, peraltro in corso?
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L’ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO. ANTINOMIE E PUNTI DI EQUILIBRIO PER PRATICHE ‘SOSTENIBILI’

L'intervento che segue è stato pubblicato (con il titolo ‘Dare sostenibilità all’accompagnamento al lavoro’), nella newsletter della Associazione Nuovi Lavori, nell’ambito di un numero monografico dedicato al rapporto tra giovani e lavoro, che contiene molti contributi interessanti, tra i quali uno del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.
 
La newsletter completa è consultabile al seguente indirizzo:
 
http://www.nuovi-lavori.it/index.php/home-newsletter
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DONNE, LAVORO, POLITICA: IL DILEMMA DELLA PARTECIPAZIONE

La recente rilettura dei risultati, ancora assolutamente attuali, di una ricerca sulla partecipazione delle donne al lavoro e alla politica, che ho coordinato alcuni anni or sono [1], mi sollecita a riproporre all’attenzione ciò che in quel contesto avevo definito, in modo evocativo ed un poco provocatorio, l’illusione della conciliazione.
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I SERVIZI PER IL LAVORO NELLE ESPERIENZE INTERNAZIONALI: LA RAGIONE DELLE DIFFERENZE

Coloro che analizzano i servizi per l'impiego nei diversi paesi dell'Europa e del più ampio contesto internazionale non possono che essere colpiti dalle differenze che si possono osservare tra i sistemi e i dispositivi di ciascuno di essi.
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NAVIGARE NECESSE EST. VIVERE NON EST NECESSE

I SERVIZI PER L’IMPIEGO NEL TEMPO DELLE TRANSIZIONI
​
Ponendomi, come insieme ad A. Sartori abbiamo programmaticamente deciso quando abbiamo scelto il titolo del nostro volume sulle migliori pratiche internazionali relative ai servizi per l’impiego, nella prospettiva del ‘fare’, e cercando allo stesso tempo di mantenermi ancorato alla metafora del viaggio in mare, ho pensato che potesse essere particolarmente  meaningful, in conclusione della nostra ricognizione a livello internazionale, fare mia l’esortazione (‘navigare necesse est’) che, secondo la ricostruzione di Plutarco, Pompeo Magno indirizzò ai suoi marinai, che manifestavano resistenza ad imbarcarsi per Roma, considerate le cattive condizioni del tempo.
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TRA IL DIRE E IL MARE (E NON È UN REFUSO)

l titolo di uno dei volumi che ho pubblicato sulle politiche del lavoro e i servizi per l’impiego [1] contiene la locuzione  ‘tra il dire e il mare…’: che ciascuno, parafrasando in modo ‘divergente’ il vecchio adagio, è istintivamente portato a completare con ‘c’è di mezzo il fare’.
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IL CORAGGIO DI CREDERCI. LA VALUTAZIONE DEI SERVIZI PER IL LAVORO E IL DILEMMA DELLA LEADERSHIP

Se si confrontano i dati disponibili che riguardano elementi quali la spesa  per il totale delle politiche attive del lavoro, la spesa complessiva dei PES (Public Employment Services), la percentuale di spesa rappresentata dai PES rispetto al PIL, il numero di addetti e il totale dei disoccupati registrati, le differenze che contraddistinguono negativamente la situazione italiana dalla media di quelle degli altri Paesi sono molte e rilevanti: ad esempio quella relativa all’ammontare complessivo delle risorse finanziarie che i diversi Paesi europei destinano alle politiche e ai servizi per il lavoro, e poi quella del totale degli addetti, e del loro rapporto con il totale dei disoccupati.
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PER UN'ECOLOGIA DEI SERVIZI PER IL LAVORO. 10 SUGGESTIONI DALL'ESPERIENZA

‘In direzione ostinata e contraria’
​

Con buona pace dei tanti che la pensano diversamente (non di rado, viene da dire ascoltandoli, senza conoscerne adeguatamente né i contenuti, nè le esperienze sul campo) ritengo non da oggi che il sistema delle politiche attive per il lavoro e dei servizi per l’impiego costituisca una delle architravi essenziali di un sistema (economico, sociale e produttivo) che sia allo stesso tempo efficiente, efficace ed inclusivo; oppure, cambiando metafora e ponendosi da un punto di vista meno gerarchico-strutturale, che costituisca uno degli hub essenziali di una rete di risorse per lo sviluppo.
Per questo motivo, dopo avere pubblicato numerosi volumi, articoli e saggi sui temi oggetto della mia esperienza (di ricerca, formazione e consulenza) in questo ambito, ho deciso di dare maggiore continuità a questo mio impegno, e di cercare di favorire una maggiore visibilità di questo tema, che vada oltre i limiti dello scandalismo cui siamo ormai purtroppo avvezzi (anche in forza di situazioni che, qualche volta, effettivamente 'scandalose' lo sono, e come tali vanno riconosciute, senza timore).
Sembra quindi trattarsi, ancora una volta, di andare ‘in direzione ostinata e contraria’, secondo la suggestiva espressione di Fabrizio De André: ma, almeno da un certo punto in avanti della propria vita, ciascuno di noi è chiamato ad onorare la propria storia, e quanto da essa ha appreso e ancora apprende.
Su molti dei temi di cui mi occupo, e ai quali sono particolarmente legato, questo blog costituisce per me allo stesso tempo il luogo e il mezzo per perseguire questo obiettivo, per rispondere a questa esigenza, per cercare di soddisfare questo desiderio.
Per questo, da oggi l’ambito delle politiche del lavoro e dei servizi per l’impiego costituirà, con continuità, uno spazio specifico di riflessione e approfondimento.
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L'IMPRESA DI AIUTARE LE PERSONE A FARE IMPRESA

Ho scritto le considerazioni che leggerete di seguito molto tempo fa, e le riscriverei oggi tali e quali.
 
Costituiscono il breve contributo che la fondatrice, e allora responsabile, di una struttura nata per aiutare i giovani a costituire imprese (Giovane Impresa) mi propose di scrivere per il volume, da lei curato, destinato a ricostruire e a ‘comunicare’ il senso di quella impresa (quella di aiutare gli altri a fare impresa), proprio nel momento in cui l’istituzione che l’aveva promossa aveva deciso di porre termine a quella esperienza ormai pluriennale.
 
Oggi che il tema dei giovani e quello della creazione di impresa costituiscono di nuovo (ma è mai accaduto diversamente, a ben vedere?) una priorità dell’agenda politico-istituzionale ed economico-sociale, ho ritenuto interessante e utile recuperare quel contributo.
 
E dopo averlo fatto, ho pensato che si tratti di considerazioni particolarmente appropriate alla mission che ho assegnato alla sezione ‘Ritorno al futuro’ di questo blog, destinata ad ospitare (come recita la specifica che accompagna il titolo) ‘pensieri, proposte e progetti elaborati nel corso del tempo, e che possono costituire una risorsa per affrontare il futuro’.
 
Ecco dunque di seguito il testo, perché anche voi lo possiate valutare
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MANAGEMENT E CONSULENZA: TRE SUGGESTIONI OPERATIVE (6 di 7)

Dopo la ricognizione operata nei precedenti interventi su alcuni dei principali elementi che ‘fanno problema’ (quantomeno nella mia esperienza) nell'esercizio della funzione di management e di consulenza, vorrei ora proporre alcune suggestioni su altrettante possibili aree di attività che riguardano il miglioramento del lavoro delle persone.
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PEOPLE FIRST? LE PERSONE COME SOGGETTO DEL 'FARE' (5 di 7)

Continuando nella elaborazione dei ‘cinque pezzi (non) facili’ oggetto di questa serie di interventi, siamo arrivati al passaggio che riguarda le persone.
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LESSONS LEARNED (A PARTI INVERTITE) (4 di 7)

Continuando nella elaborazione dei ‘cinque pezzi (non) facili’ per lo spartito che sto cercando di comporre, siamo arrivati al terzo passaggio, che è quello che riguarda le lezioni apprese (lessons learned).
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COMPLESSITÁ (3 di 7)

Continuiamo dunque il nostro percorso, affrontando in questo intervento il secondo dei ‘cinque pezzi (non) facili’ che danno il titolo a questa piccola serie di contributi tra loro connessi su management e consulenza: si tratta questa volta della complessità del lavoro manageriale, della quale vorrei se pur brevemente richiamare alcuni aspetti distintivi.
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MANAGEMENT E CONSULENZA: DISSONANZE (2 di 7)

Eccoci dunque alla prima delle cinque brevi riflessioni che vorrei svolgere su management e consulenza nel tempo della crisi, che ho introdotto con il mio precedente intervento: il primo dei ‘cinque pezzi (non) facili’ di cui al titolo.
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CINQUE PEZZI (NON) FACILI
RIPENSARE MANAGEMENT E CONSULENZA OLTRE LA CRISI (1 di 7)

La prima parte del titolo di questo intervento si richiama a un film di Bob Rafelson di ormai 50 anni fa e che ho amato particolarmente (‘Cinque pezzi facili’: film intenso e drammatico, nel quale straordinaria è l’interpretazione fornita da un Jack Nicholson in stato di grazia; non a caso sia il film che l’attore hanno ricevuto a quel tempo la nomination per l’Oscar).
 
Il titolo che ho scelto intende rimandare ai prossimi cinque interventi su questo blog, che rappresentano il mio tentativo (in realtà per nulla facile) di comporli nel loro insieme in un unico spartito, per affrontare un tema che reputo particolarmente cruciale: il futuro dell’attività di management e di consulenza, nell’orizzonte della crisi.
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POLITICA E COMPETENZE: UN RAPPORTO 'IMPOSSIBILE'?

Nella mia esperienza, la domanda di consulenza si esprime molto spesso quando ogni altra via è percepita, da chi la esprime, come preclusa.

In fondo, a ben pensarci, la domanda (in particolare quando si tratti di psicoterapia individuale, ma anche di consulenza organizzativa) costituisce il tentativo che un soggetto (un politico, un imprenditore, il dirigente di una organizzazione, un lavoratore: una persona, insomma) esperisce, nel paradossale tentativo di ‘non cambiare’ (o più propriamente: di cambiare la situazione che ‘fa problema’ senza che questo implichi un qualche processo di sua trasformazione ‘personale’).
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LA CAPACITÀ DI NON FARE, OVVERO L’ARTE DI ASTENERSI

Diverso tempo fa, mi è capitato di mettere a tema un elemento che a me pare sempre più intrinsecamente costitutivo dell’agire competente, che ho definito ‘la capacità di non fare’, ovvero ‘l’arte di astenersi’.
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TO MAKE IT HAPPEN: LE INFRASTRUTTURE PER L'INTEGRAZIONE (4/4)

Anche se a volte può essere spontanea (in quelle occasioni nelle quali le persone volontariamente e senza obblighi - a volte addirittura nonostante le condizioni di contesto - collaborano per un obiettivo condiviso, mettendo in comune competenze, risorse, servizi, strutture, ed a volte anche clienti-utenti), non per questo l’integrazione è un processo semplice, naturale e poco costoso.
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L'INTEGRAZIONE: ALCUNE QUESTIONI-CHIAVE (3/4)

L’integrazione richiama l’idea di soggetti diversi, con identità diverse ma precise, forti (per quanto è dato nel contesto attuale e nell’esprit du temp: potremmo dire winnicottianamente ‘abbastanza forti’), che cooperano in funzione del raggiungimento di obiettivi condivisi, mettendo in valore le proprie risorse e qualità.
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L’INTEGRAZIONE: RAGIONI E DIFFICOLTÀ (2/4)

L’esigenza di integrazione in qualsiasi campo (sociale; organizzativo-aziendale; formativo-educativo; tecnologico; psicologico ed intra-individuale) si è progressivamente affermata specularmente alla evoluzione del processo di differenziazione e di specializzazione tra le parti di un sistema (individuo, organizzazione, sistema istituzionale).
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L'INTEGRAZIONE COME BENE COMUNE (1/4)

Il gioco di parole di alcuni giorni fa del Presidente del Consiglio (‘Oggi di fronte alla sfida del Coronavirus si impongono tre parole d’ordine: cooperare, cooperare, cooperare​') ha richiamato l’attenzione (come sempre più spesso avviene di fronte alle sfide della modernità e della complessità) sulla esigenza ‘vitale’ di reciproco aiuto, supporto, condivisione, collaborazione, coordinamento tra soggetti, strutture, istituzioni per potere sopravvivere, evolvere, svilupparsi, ‘avere successo’.
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L'UOMO SENZA QUALITÀ E L'ALCHIMIA DELLE COMPETENZE

Sull’Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere. La temperatura dell’aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l’oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell’anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conformemente alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell’aria aveva la tensione massima, e l’umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po’ antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d’agosto dell’anno 1913 
                                                                                                                                         
R. Musil, ‘L’uomo senza qualità’
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